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Competenze di rischio

Lasciamo sviluppare liberamente i giovani!

Se si leggono i soliti mezzi di comunicazione, allora una cosa attira l'attenzione per quanto riguarda i giovani: la presunta necessità di protezione. I giovani dovrebbero essere protetti da se stessi e altri dai giovani. Sono troppo bisognosi per potersi ubriacare come "adulti", il resto della notte dei vicini deve essere protetto e i giovani sono troppo inesperti per esprimere la loro opinione politica con diritto di voto. In breve: in nome della tutela dei minori, i giovani sono patrocinati in ogni angolo e ad ogni estremità e costretti ad un certo modello di comportamento: calmo, adattato, buono, attento e disposto a esibirsi. La domanda che sorge spontanea è: è davvero questa la nostra concezione della tutela dei minori?

Troppo spesso in queste discussioni si dimentica che i bambini e i giovani sono anche membri della società autodeterminati e autoconsiderati. Il paternalismo e l'imposizione dei suddetti valori di pace e ordine non portano quasi mai alla possibilità di svilupparsi liberamente e di acquisire una propria esperienza, soprattutto per quanto riguarda i rischi.

Conflitto tra le competenze di rischio e la protezione dei minori

Che cosa significa in realtà protezione dei minori? Chi o cosa dovrebbe essere protetto? E da cosa o da chi? La gioventù da se stessa? La società dai giovani? E come si rapporta questo concetto di protezione dei minori con l'approccio delle competenze di rischio, cioè la promozione delle competenze nella gestione dei rischi? Per la FSAG è chiaro che

  • i giovani hanno bisogno dell'opportunità di sviluppare competenze di rischio,
  • ci vuole spazio per farlo,
  • i divieti possono essere problematici se non servono a proteggere i giovani, ma li criminalizzano o li costringono all'invisibilità.

Questo atteggiamento si riflette anche nel documento di sintesi sulle competenze di rischio adottato dai delegati della FSAG in occasione dell'assemblea dei delegati del 2015.